Assunta
(mercoledì 3 agosto 2011)
Categoria:
Malinconia
RICORDI D'ESTATE 3-4-5-6 PARTE
0:18 del 03-08-2011
Lunedì 17 agosto 1998 continua.......
Il viaggio ci aveva fatto stancare più del dovuto, ci siamo svegliate molto tardi e dopo una doccia rigenerante, un bel riso giallo pomodori e mozzarella, siamo andate al mare. Data l'ora tarda, la spiaggia era già gremita di gente. Ricordo che mia sorella mi diceva sempre, che Cap D'agde era una cittadina nuova, per lo più frequentata da tedeschi e francesi, incontrare un'italiano era difficile, c'eravamo appunto soltanto noi. L'atmosfera era totalmente diversa dalle spiagge italiane. Donne che esibivano un seno ineccepibile, mentre altre avrebbero fatto meglio a nascondersi, con delle bistecche penzolanti inguardabili. Uomini che mostravano un'abbronzatura perfetta e bimbi biondissimi stupendi. Fra questo sfilare di stranieri, spiccavo io appena arrivata, bella florida e bianca come una mozzarella, chissà perchè mi sentivo tanto una mosca bianca, che galleggiava in una tazza di cacao. Dopo cena abbiamo fatto una lunga passeggiata, non camminavo così tanto da anni, quante volte avevo percorso quel lungomare allegramente con mia sorella, con i bambini che ci trotterellavano a fianco e le musiche delle orchestrine che si confondevano con il rumore del mare e delle piccole onde che s'infrangevano sui fianchi delle barche sembrava ci facessero compagnia. Ora ripercorrevo quel lungo mare con mia figlia, era bello, ma ci mancava qualche cosa.
Martedì 18 agosto 1998 continua.........
Di buon mattino, ci siamo alzate e uscite, prima che il sole cominciasse a friggerci il cervello, per andare alla stazione di Agde, per informarci degli orari del ritorno. per chi non era automunito come noi, l'alternativa era un pullman di linea che faceva la spola fra stazione, villaggio e viceversa. Impresa extra terrestre, era stracarico di gente, ad ogni fermata ne salivano tanti, ma chissà perchè ne scendevano pochi, per non parlare dei bagagli. Già alla fermata l'attesa era stata animata dalla lite di due mogli di un arabo, con rispettivi numerosi figli, cose da non credere, impossibile far finta di non sentire, urlavano in francese come due oche starnazzanti, si davano delle pazze a vicenda, "culture d'altri mondi". Dopo l'informazione sugli orari abbiamo fatto anticamera in stazione, ore ed ore, fra mosche e un odore nauseante di cacca, siamo uscite all'aperto, ma fuori dalla stazione, non era certo meglio, quell'odore era così forte, che io e mia figlia ci siamo controllate la suola delle scarpe, sia mai, magari avessimo schiacciato qualche ricordino di qualche cane con la padrona raffinata. Comunque ho notato, come l'incuria della stazione, e la mancanza di più pullman, facesse un po a pugni con l'eleganza dei villaggi lungo la costa, stracolma anche di casinò, bub e night di lusso, evidentemente, la stazione faceva parte di un'altra parrocchia, magari diciamo così.......più indigente, continuavo a ridere come una cretina, se no mi sarei messa a piangere. Dopo quell'incubo, finalmente a casa mi sono rilassata, mentre mia figlia K. è andata nella piscina sotto casa annessa al residence, per una buona nuotata. Di sera non siamo uscite, ma abbiamo passato l'intera serata chiacchierando, giocando a carte e facendo parole crociate.
Mercoledì 19 agosto 1998 continua..........
Finalmente siamo riuscite ad andare al mare di buon mattino, così abbiamo potuto scegliere il posto vicino all'acqua. Quando c'era mia sorella, solitamente avevamo la cabina e il posto fisso sulla spiaggia, con ombrellone, sdraio, lettini ecc... Ma ora non frequentando assiduamente, non aveva nessun senso prenotare l'arredo da spiaggia. Quella mattina appena arrivate, ci siamo rese subito conto che il mare era molto mosso e freddo e il vento portava via gli ombrelloni. Guardandomi intorno, notai vicino a noi una famiglia di quattro persone, il padre e quella che doveva essere la madre, erano due marcantoni enormi, sembravano armadi a sei ante, i due figli non erano da meno, anch'essi enormi, osservai subito con enorme dispiacere che erano ritardati. Dopo il primo momento di imbarazzo, scoppiai a ridere di gusto non per loro, ci mancherebbe altro! Ma per ciò che avevo pensato. Dato la mia vicinanza a quelle persone e la mia grossa taglia, potevamo sembrare tutti una famiglia, ridevo così forte che mi sentivo persino in imbarazzo, ma non riuscivo a smettere e fra le risate e il tentativo di fare una buca più profonda per piantare meglio l'ombrellone che il forte vento non lasciava in pace, sembravo io una ritardata, alla fine rinunciai all'impresa, così con una mano reggevo l'ombrellone e con l'altra tentavo di sfogliare il giornale come se nulla fosse. Mia figlia assisteva alla scena ridendo mi disse che in quella posizione sembravo un paralume. Comunque siamo rimaste poco, il vento ci riempiva di sabbia e la sentivamo anche in bocca. Nel pomeriggio, K. è andata ad arrostirsi al sole in piscina, io sono rimasta in casa, in verità non ho mai amato tanto il sole. In serata siamo andate a fare la spesa e abbiamo telefonato a casa in Italia. Dopo cena ci siamo allungate sul letto ad oziare, con le gambe ciondolanti discutendo fra noi e godendoci questa breve vacanza extra, piovuta dal cielo.
Giovedì 20 agosto 1998 continua........
Anche questo giorno era ventoso come il precedente, il mare era freddo, ma siamo andate ugualmente in spiaggia. Fra la moltitudine di gente, c'erano tanti bambini e tanto belli, mi sono seduta sotto l'ombrellone ad osservarli, vivaci ma educati, autonomi e pieni d'allegria. Il metodo di educazione in Francia è molto diverso dal nostro, il loro è decisamente migliore, ed ottengono ottimi risultati. Le mamme non hanno l'apprensione di noi chiocce italiane, e i bimbi crescono in piena autonomia. Nel pomeriggio abbiamo fatto una capatina al casinò, Penso sia stata la visita più veloce che la casa da gioco abbia mai ricevuto, in cinque minuti abbiamo perso 100 franchi e siamo uscite ridendo a crepapelle perchè pensavamo che se fossimo rimaste, a quel ritmo, saremmo uscite sistematicamente con il sedere di fuori e siccome non era il caso abbiamo optato, (dal momento che era presto), per una lunga passeggiata, praticamente tutto il giro del porto, meraviglioso! Il villaggio non ancora ultimato, con i suoi mille colori si rifletteva nelle limpide acque del mare, che faceva dondolare centinaia di barche dalla linea elegante a testimonianza di un benessere, non alla portata di tutti. (Il mio fuoribordo non c'era, era ricoverato nella rimessa per un malore improvviso) Meglio scherzare! Arrivati a casa, i miei poveri piedi non abituati, fumavano incavolati neri.
PS. se non vi siete stancati di leggere, farete un'altro piccolo sascrificio domani. Buona notte